domenica 19 ottobre 2014

I LOVE SHOPPING A HOLLYWOOD

Salve, lettori, eccomi tornata per l'abituale critica domenicale. Come vi ho accennato sulla pagina facebook, oggi ho deciso di recensire per voi I love shopping a Hollywood, l'ultimo romanzo di Sophie Kinsella, appartenete alla celeberrima saga di I love shopping.


TRAMA:
Rebecca Bloomwood è tornata. L'avevamo lasciata in procinto di trasferirsi a Los Angeles per il nuovo lavoro di Luke Brandon, suo marito, che deve rappresentare niente meno che Sage Seymour, l'attrice del momento. Becky è in crisi perché non riesce a trovare lavoro e così decide di reinventarsi come stylist delle star.
A tutto questo, aggiungiamoci Elinor (la madre di Luke) che vorrebbe riappacificarsi con il figlio, Tarquin che si affilia a una setta, il padre di Becky in crisi di mezza età e il ritorno di Alicia-la-stronza-dalle-gambe-lunghe.
Riuscirà la nostra Becky a sopravvivere a tutto questo?

RECENSIONE:
Frizzante ed esilarante come sempre, Sophie Kinsella ci regala un altro piccolo capolavoro di buonumore. La storia è meglio congegnata di altre dello stesso ciclo e mette a nudo, senza mezzi termini, le bugie e le falsità in cui sguazza il mondo hollywoodiano che tanto ci fa sognare. Qui niente è come sembra e si recita anche nella vita reale.
I personaggi sono ottimamente costruiti e approfonditi. Anche se la stessa Rebecca può sembrare superficiale e interessata solo allo shopping, tutti i fan del ciclo sanno che in realtà è una ragazza profondamente buona, leale e con la testa fra le nuvole. Non ci sono cambiamenti notevoli nei personaggi "storici" della saga. L'umanizzazione di Elinor era già stata attuata nel romanzo precedente, Alicia è molto ambigua, ma io, come Becky, dubito sia davvero cambiata, Luke è sempre un marito (quasi) perfetto, Minnie è semplicemente un amore.
I nuovi personaggi sono forse più complessi, perché presentano (nella maggior parte dei casi) una personalità non molto chiara, in quanto non si capisce molto bene quando recitano una parte e quando sono davvero loro stessi.
Questo romanzo è un po' di transizione. A differenza degli altri, la cui conclusione della vicenda è ben delineata, questo sembra la prima parte di un romanzo (e alla fine la stessa autrice ci informa che a breve uscirà il seguito).
Quindi, restiamo in attesa della conclusione della storia.
Per il momento è tutto.

Biancaneve

venerdì 17 ottobre 2014

INTERVISTA AD ANTONELLA SENESE

Buongiorno, lettori, come promesso ecco l'intervista ad Antonella Senese, giovane scrittrice, direttore editoriale ed editor. Classe '81, nel 2011 ha fondato la casa editrice Libro Aperto International Publishing, con sede a Dublino, dove attualmente risiede.
Conosciamola meglio insieme.



BIANCANEVE (B): Buongiorno Antonella, benvenuta nel mio blog e grazie per aver accettato la mia intervista. Nel 2011 hai fondato la casa editrice indipendente Libro Aperto International Publishing. Una scelta coraggiosa, visto il difficile momento dell’editoria in Italia. Ci racconti di questa esperienza?
ANTONELLA SENESE (AS): Buongiorno Olimpia, grazie a te per lo spazio concesso. Nel 2011 è nata la Libro Aperto da unidea che si faceva largo nella mia mente da un po di anni. Mi sono avvicinata all'editoria piano, in punta di piedi. Scrivevo e lo faccio tuttora, ma non mi bastava, volevo fare di più, volevo far parte di questo mondo perché i libri sono sempre stata la mia più grande passione. I libri hanno cambiato la mia vita e lo fanno ogni giorno. I libri ti permettono di sognare, di riflettere, di viaggiare, di ridere e di emozionarti, di sentirti triste e di essere felice. Cosa c’è di meglio? Conoscevo la situazione del mercato editoriale italiano ma non mi spaventava: avevo il mio progetto e le mie idee e non mi sono preoccupata del resto, del momento difficile, della concorrenza. Penso che ognuno debba guardare al proprio lavoro e ai propri obiettivi, senza curarsi di come le cose intorno si svolgano, altrimenti non faremmo più nulla. Il momento è difficile, ma sinceramente, non ricordo un momento facile o felice per leditoria, almeno non negli ultimi dieci anni, quindi mi sono detta: è questo che voglio fare? La verità è che non c’è nullaltro che vorrei fare nella vita.
B: Il mercato editoriale in Italia è molto selettivo, e le piccole case editrici sono molto osteggiate dalle grandi e dal self publishing. Come riuscite a districarvi?
AS: Il mercato editoriale non è selettivo, anzi, forse in questo momento stiamo affrontando il problema inverso. Si dice spesso che ci sono più scrittori che lettori e che tutti ormai scrivono. In parte questo è vero, ma non così drasticamente. Il problema non è labbondanza di scrittori, il problema è che tutti pubblicano. Tutti possono scrivere nella quiete della loro stanza e possono far leggere le proprie opere a parenti e amici, ma non tutti devono per forza di cose pubblicare. Quindi, cosa si fa? Se non c’è un editore che ci seleziona, ci si butta sul self publishing, che dà la possibilità a tutti - e proprio a tutti - di pubblicare qualsiasi cosa. Cosa succede, quindi? Succede che il mercato è saturo e che non vi è più un confine tra il leggibile e il commerciabile. Una casa editrice opera una selezione ed è quello su cui puntiamo: scegliere testi validi e originali, che possano coprire un pubblico eterogeneo. Avere un catalogo vario, avere autori talentuosi e prezzi accessibili, su queste cose puntiamo e cerchiamo di affermarci nel campo editoriale, nonostante tutto.
B: Tu sei direttore editoriale, editor, scrittrice, traduttrice, moglie e mamma. Come riesci a fare tutto?
AS: Detta così potrei sembrare una donna di ferro e instancabile, ma la verità è che sono iperattiva e non riesco a fermarmi. Ho sempre idee da portare avanti e progetti su cui lavorare, è più forte di me. Il mio segreto è lorganizzazione, insieme a una dose di caffeina giornaliera non tollerabile per altri esseri umani e uninsonnia cronica che mi permette di lavorare fino a tarda notte. Mi piace tutto quello che faccio e lentusiasmo mi aiuta ad andare avanti: non rinuncerei a nessun aspetto della mia vita, quindi mi faccio forza, cercando di fare il maggior numero di cose possibile in una giornata.
B: Che cosa comporta il mestiere di direttore editoriale? E che differenza c’è tra direttore editoriale ed editor?
AS: Il direttore editoriale è colui che organizza tutto il lavoro in casa editrice: prende le decisioni importanti, cura le collane editoriali, programma le uscite, coordina il lavoro di promozione e di ufficio stampa. Almeno questo è quello che faccio, oltre a effettuare editing sui testi, valutazioni finali degli inediti pervenuti, occuparmi del rapporto con gli autori e con i rivenditori. Leditor è colui che effettua il lavoro di editing su un testo, dalla prima correzione agli interventi di stile e contenuto, mantenendosi sempre in contatto con lautore con il quale studia il modo migliore per rendere un testo leggibile, commerciabile e soprattutto, interessante e coinvolgente.
B: Come selezionate i vostri autori? L’Italia è piena di aspiranti scrittori, in base a cosa scegliete un romanzo invece di un altro?
AS: Abbiamo delle idee ben precise sulla nostra linea editoriale: sappiamo cosa vogliamo. Valutiamo i testi in base al genere, all'originalità della storia e anche in base alla forma, perché è vero che c’è sempre il lavoro di correzione ed editing da fare al quale non ci sottraiamo, ma è anche vero che se uno scrittore vuole davvero seguire questa strada, deve saper almeno scrivere in modo grammaticalmente corretto. Ci avvaliamo dellaiuto di un comitato di lettura composto da lettori di ogni genere al quale proponiamo i nostri testi dopo una prima scrematura. In seguito alla loro valutazione, riesaminiamo le opere e scegliamo quelle che hanno ottenuto il maggior numero di consensi, dal comitato, dai miei collaboratori e infine da me, che ho lultima parola. Riceviamo centinaia di inediti al mese e non sono affatto pochi, ma li leggiamo tutti, sempre.
B: Le parole che restano è il tuo primo romanzo. Ora lo avete tradotto in inglese, con il titolo di Empty Words (dal momento che ricordiamolo vi state espandendo anche allestero). Ci vuoi parlare di questa storia?
AS: Le parole che restano non è il mio primo romanzo, ma il primo pubblicato con la Libro Aperto. Una storia che ho scritto molti anni fa, in un momento in cui scrivere quel libro mi sembrava lunica cosa che potessi fare. La storia parla di una ragazza che fugge da una realtà dolorosa in cui si sente in gabbia, da un passato che non le permette di andare avanti e di lasciare dietro di sé tutto ciò che   la fa soffrire. La protagonista soffre di ansia e attacchi di panico e non riesce a interagire con il mondo come una semplice ragazza della sua età. Si trasferisce in Irlanda, dove finalmente, lontana da tutto, riesce a piccoli passi a respirare e a costruire le basi di una nuova vita, ma il passato torna sempre, e lei dovrà fare i conti con tutto quello che si porta dietro, prima di poter davvero essere libera. Una storia sofferta, di accettazione, consapevolezza e rinascita interiore. Un libro a cui sono molto affezionata e a cui devo tutto.
B: Il 30 settembre è uscito il tuo ultimo lavoro, Tre minuti di me. Parlaci di questo romanzo.
AS: E' una storia a cui ho lavorato molto e con una totale dedizione e a cui tengo con tutta me stessa. Tre minuti di me è una storia complicata, in cui la vera protagonista è la musica. Io non sono una musicista, ma dai musicisti sono circondata, e mi hanno aiutato con i dettagli tecnici. Avevo in mente questi personaggi, Amie e Adam, e pian piano la loro psicologia si è ben delineata. Da lì si sono formate anche le loro storie, storie molto forti e sentite.
B: Continuerai a pubblicare romanzi o ti dedicherai esclusivamente all'editing?
AS: Ho scritto molto in questi anni, ritagliandomi piccoli spazi di tempo per poter portare a termine le storie che prendevano forma nella mia mente, ma non ho più pubblicato, perché mi sono dedicata completamente al lavoro e ai miei autori. Mi sento più a mio agio nei panni di Editore che di Autore, preferisco restare nelle retrovie piuttosto che in prima linea, ma adesso sento che è arrivato il momento e ho pubblicato il nuovo romanzo, una delle novità autunnali della Libro Aperto, che è il primo volume di una trilogia. 
B: Puoi anticiparci qualcosa circa le prossime uscite della Libro Aperto, sia in Italia che all'estero?
AS: Questautunno avremo ben cinque nuove pubblicazioni a cui abbiamo lavorato tutta lestate. Saranno libri completamente diversi tra loro per genere e tematica, che potranno soddisfare ogni tipo di lettore. Abbiamo fatto un grande lavoro di scrematura perché negli ultimi mesi siamo stati davvero invasi dagli inediti, ma siamo soddisfatti delle nostre scelte. Per quanto riguarda il panorama inglese, invece, stiamo traducendo due dei nostri titoli che andranno ad affiancarsi a Empty Words a breve. Inoltre, siamo alla ricerca di autori inglesi da tradurre e da portare nel mercato italiano.
Insomma tanti progetti, tante idee e tanta voglia di lavorare, di dare spazio agli autori e di continuare per la nostra strada, guardando sempre e solo avanti.
Grazie mille per questopportunità, Olimpia. Un saluto a te e ai tuoi sostenitori!
Buona lettura a tutti!

mercoledì 15 ottobre 2014

TRE MINUTI DI ME

Salve, lettori, oggi vorrei presentarvi il romanzo di una scrittrice emergente, Antonella Senese. Il libro si intitola Tre minuti di me, appartiene al genere Young Adult, ed è edito dalla Libro Aperto International Publishing, la casa editrice che questo mio blog ha "adottato". Inoltre, bisogna dire che si tratta del primo volume di una saga che comprende tre libri (gli altri due usciranno prossimamente, ndr).
Vediamo assieme di che si tratta.


TRAMA:
Amie è una giovane pianista con un brillante futuro davanti, ma dopo l'incidente in cui sono morti i suoi genitori ha perso la voglia di suonare.
Adam è un chitarrista che, dopo la morte del fratello, ha voltato le spalle alla sua ricca famiglia per poter decidere da solo del suo futuro.
Amie e Adam sono due ragazzi soli, pieni di dolore, che arrancano per trovare il loro posto nel mondo. Per conoscersi e innamorarsi bastano tre minuti, il tempo di una canzone.
Ma possono, queste due anime devastate, essere un sostegno l'uno per l'altra? O il loro amore li porterà all'autodistruzione?

RECENSIONE:
E' un romanzo molto delicato, questo di Antonella Senese. Un romanzo al tempo stesso forte e fragile, così come forti e fragili sono i suoi protagonisti, Amie e Adam. Un romanzo che scalda il cuore e che non permette di abbandonarlo, neanche volendolo, perché crea dipendenza (io stessa non vedo l'ora che escano i seguiti!).
Antonella Senese con questo romanzo ha dimostrato di essere una vera scrittrice, capace non solo di far emozionare il lettore con la sua storia, ma anche di farlo immedesimare completamente nei personaggi. Il dolore di Amie e di Adam diventa il vostro dolore, la loro storia diventa la vostra storia, le loro lacrime le vostre lacrime, la loro musica la vostra musica.
Ed è la musica la vera protagonista di questo romanzo. Una musica alla portata di tutti, la musica pop-rock che la maggior parte della gente ascolta ogni giorno se non per vivere quanto meno come colonna sonora della propria vita. La particolarità è che molte di queste canzoni sono state composte da un gruppo, i Crew Control, appositamente per questa storia, cosa che la rende ancora più unica e originale.
Credo sia superfluo parlare della padronanza di linguaggio e delle competenze grammaticali dell'autrice, che è anche un editor (e si vede!). Vi dico soltanto che il linguaggio è fluido e che accompagna il lettore per tutta la durata del romanzo, facendolo letteralmente perdere nel romanzo, facendolo entrare nel vivo della storia.
Buona anche l'idea di raccontare la storia in prima persona, sì, ma usando i punti di vista di entrambi i protagonisti, permettendo così di conoscere i pensieri di entrambi. In questo modo ci verrà risparmiato quello che odio di più negli Young Adult: sfruttare la storia (perché ha avuto un certo seguito), raccontandola nuovamente in un ulteriore romanzo da un punto di vista differente. Molto meglio fare così!
Insomma, Tre minuti di me è un romanzo da leggere. Quindi, cosa state aspettando? Correte a comprarlo!
Per il momento è tutto.

Biancaneve

Ps: se volete ascoltare alcune canzoni composte dai Crew Control per questo romanzo, ecco qui i link: 
Thirsthttps://soundcloud.com/crewcontrol/thirst
Crashhttps://soundcloud.com/crewcontrol/crash

domenica 12 ottobre 2014

LASCIATE IN PACE JANE AUSTEN!

Salve, cari lettori, sono (finalmente!) tornata. Devo innanzitutto scusarmi con voi per questa prolungata assenza, ma l'università mi ha letteralmente tenuta in ostaggio. Ora ho finalmente finito (devo solo discutere la tesi in seduta di laurea, non so ancora bene il giorno) e posso quindi promettervi che non ci saranno più lunghe attese per le mie recensioni, interviste e curiosità sul mondo della letteratura. E proprio con la recensione domenicale vorrei ricominciare. Ho scelto per voi il romanzo Il diario perduto di Jane Austen di Syrie James.
Premetto che sono di parte. Amo zia Jane - come la chiamano le Janiters - e non sopporto quando viene sfruttata così dagli scrittori o dai registi solo per vendere. Tuttavia, ogni tanto producono qualcosa di buono, come il film Becoming Jane e la miniserie della BBC Lost in Austen.
E questo libro? Scopriamolo insieme.



TRAMA:
Jane Austen è famosa perché ha scritto romanzi d'amore indimenticabili. Tuttavia, i suoi lettori - oggi come allora - si chiedono come sia possibile che a scrivere d'amore sia una donna nubile, che l'amore non l'ha mai provato. E così Syrie James immagina di trovare un vecchio diario della scrittrice in cui racconta la sua, di storia d'amore, una storia d'amore tanto intensa e impossibile da farle desiderare di scrivere storie che abbiano il lieto fine che lei non ha potuto avere.

RECENSIONE:
Bocciato. Non c'è un'altra parola con cui posso esprimere il mio giudizio su questo romanzo. Non c'è altro modo per esprimere la mia delusione. Non avevo grandi aspettative riguardo a questo romanzo, come ho detto non mi piace quando usano un autore famoso o un personaggio creato da qualcun altro per scrivere un'altra storia. In altre parole non mi piacciono gli apocrifi. Posso capire quando lo si fa a scopo ricreativo o come esercizio letterario - si vedano le fanfiction - ma quando è fatto a scopo di lucro mi viene l'orticaria.
Avrei potuto tollerarlo se fosse stata una gradevole lettura. Ma, per favore, ditemi voi come si fa a sopportare un romanzo scritto in prima persona - è Jane Austen che parla attraverso il suo "diario" - cercando di imitare lo stile di questa scrittrice. Come si fa? Perché davvero non ci riesco! Lo stile di un autore è unico e non si può imitare. Ci si può ispirare, ma non si può copiare. Specie quando si tratta di uno stile che vede un modo di scrivere ormai desueto. Diventa una forzatura e uno strazio per chi legge.
E poi, la storia! Una pseudo storia "strappalacrime", che vede - per l'ennesima volta - Jane Austen innamorarsi di un uomo, esserne ricambiata, ma non poterlo sposare. Ora, io capisco che sarebbe bello se zia Jane avesse avuto qualcuno e io sono sicura che lei si sia innamorata almeno una volta nella sua vita - del resto, basta leggere l'Epistolario per rendersene conto - e capisco anche che si possa ricamarci sopra, ma almeno siate un po' originali, anche per rispetto a questa grande scrittrice! Io credo che la Austen si sia rivoltata nella tomba non perché le abbiano appioppato una storia d'amore, ma perché non poteva credere che fosse così banale.
Ora, ammetto che Syrie James conosca molto bene l'opera della Austen, ma questo non basta a fare di questo romanzo un buon libro. Anche i personaggi sono piatti, figurandosi come una brutta copia di Darcy ed Elizabeth, di Mr. Knightley e di Emma, e di tutti gli altri personaggi austeniani.
Insomma, non c'è nulla di buono in questo romanzo. L'unico motivo per cui vende è che ha sfruttato il nome di zia Jane. Vi sembra giusto? A me no.
Quindi, lasciate in pace Jane Austen e scrivete qualcosa di vostro.
Per il momento è tutto.

Biancaneve